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Ciao,
come stai? Buon inizio settimana 😃

Tra qualche giorno farò il mio primo saggio di teatro 😳

Mi isibirò davanti ad un pubblico di sconosciuti, recitando le battute del dramma teatrale di Tennessee Williams: La gatta sopra il tetto che scotta.

Sono elettrizzata all’idea ma anche spaventata. 

Ho timore di non ricordarmi le battute o che non le ricordi il mio compagno (che è mio marito 😊), ho timore di non ricordare come muovermi sul palco. Ho timore che qualcosa vada storto.

Insomma, ci siamo capiti!

Poi mi fermo e mi dico: e se invece di pensare che andrà tutto male, pensassi che andrà tutto alla grande, che non solo ricorderò le battute ma nel caso le dimenticassi, saprò come rimediare (ci è stato insegnato a farlo)?

Ed ecco che improvvisamente mi calmo e la mia paura si acquieta.

Quando mi è stato chiesto qualche mese fa di partecipare al saggio, ero piuttosto titubante. 

Inizialmente avevo addotto la scusa del “a me non interessa partecipare, non ho nessuna intenzione di fare l’attrice”. 

Con il senno di poi e ragionando più profondamente sulla cosa mi sono resa conto che le ragioni erano altre: non solo avevo paura, ma il personaggio che mi era stato assegnato mi avrebbe fatto lavorare su alcuni aspetti di me che faccio fatica a tirare fuori.

Pazzesco non trovi?

Come potevano sapere le mie insegnanti che quel personaggio sarebbe stato perfetto per me e che, se in prima battuta mia avrebbe messo in crisi, successivamente mi sarebbe stato di grande aiuto?

Il teatro può fare questo effetto. 

Ho lavorato sul personaggio di Margaret per 4 mesi.

È stata durissima. 

Ho sempre pensato che la difficoltà maggiore dell’attore fosse entrare nel personaggio, ma non avrei mai immaginato che potesse essere così difficile, soprattutto quando lo senti lontano da te o pensi che lo sia!

In questo senso il teatro è una vera e propria terapia.

Non so come andrà lo spettacolo (te lo farò sapere nel nostro prossimo appuntamento) ma una cosa posso dirla con certezza: saprò di averci messo tutta me stessa e di aver affrontato quella paura di cui ti parlavo all’inizio.

Perché è di questo che si tratta.

Affrontare le paure quando arrivano; avere consapevolezza che dire “no” a volte è solo un modo per scappare, per guardare da un’altra parte.

Il rischio di tutto ciò è che si resta dove si è perché non c’è crescita dove ti trovi.  

La crescita è fuori da te.

Se stai provando una qualche paura in questo momento della tua vita, sappi che è ok. 

La paura è un segnale che sei vicin* a qualcosa che vuoi, ti sta chiamando a fare qualcosa, ad agire. 

La scelta sta a te: restare dove sei e vivere nel dubbio e nell’incertezza che avresti potuto affrontarla o affrontarla.

Io personalmente ho scelto la seconda. 

Non voglio pensare un domani, guardandomi indietro, di aver avuto l’opportunità di fare qualcosa e avere il rimpianto di non averlo fatto.

Voglio vivere la mia vita sapendo di aver colto tutto le occasioni possibili, di aver fatto del mio meglio e di essere diventata migliore ogni giorno di più.

La paura può essere un’amica e una alleata. Va semplicemente affrontata.

Buon inizio di settimana,

Fede


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FEDERICA ROMAGNA

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