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E se la tua carriera fosse molto più di un semplice titolo sul curriculum? Ti è mai capitato di guardare una job description o il tuo biglietto da visita e sentirti incompletə, come se quella etichetta non raccontasse affatto chi sei e cosa sai fare?

Un po’ come se quell’elenco di mansioni e quel titolo non riuscissero a raccontare davvero chi sei, cosa sai fare e, soprattutto, chi potresti diventare?

Se la risposta è sì, non sei l’unicə.

Viviamo in un mondo ossessionato dalle etichette, dai ruoli predefiniti, dai percorsi e carriere lineari.

Ci viene insegnato a misurare il successo in base al prestigio del titolo, alla grandezza dell’azienda o al numero di anni di esperienza in un determinato settore.

E così impariamo a focalizzarci sul “cosa” facciamo, spesso dimenticando il “come” lo facciamo, il “perché” lo facciamo e, soprattutto, le infinite sfumature del nostro talento che vanno ben oltre la casella lavorativa in cui ci troviamo.

Questo è uno dei motivi principali per cui non sopporto i job title. Sono limitanti. Ti incasellano senza lasciarti spazio di poter essere più cose e di voler essere più cose.

E cosa succede se il vero motore della tua soddisfazione professionale, il segreto per una carriera non solo di successo ma anche profondamente appagante, non risiede in un nuovo titolo altisonante, ma nella scoperta e nella valorizzazione di ciò che già sei e che non hai ancora pienamente riconosciuto?

Te lo dico io: ti senti spiazzatə perché prima di quel momento non ci avevi pensato.

Ed ecco perché in questo articolo voglio sfatare il mito del “job title” come se fosse qualcosa da ricercare in senso assoluto. Certo, è importante perché ci “definisce” professionalmente parlando ma non in senso assoluto.

Tu, io, le persone attorno a noi siamo molto più del nostro job title.

E allora come posso fare per far emergere tutto quello che ho da offrire al di là dell’etichetta che l’azienda mi attribuisce?

Il pericolo delle etichette: quando i titoli ti limitano

Sii onestə: quante volte ti sei presentatə dicendo “Faccio il/la X” anziché “Sono appassionatə di Y e amo Z”?

Posso immaginare la risposta senza che tu me lo dica.

Si tratta di una scorciatoia comoda, un modo rapido per collocarti socialmente. Il problema è che questa semplificazione spesso ti limita, ti incasella e, peggio ancora, ti impedisce di vedere il tuo vero potenziale.

Sì, perché il primo a vederlo dovresti essere TU!

Pensa a quando leggi un annuncio di lavoro e vai a scrivere il tuo curriculum. Scommetto che le cose su cui ti concentri sono: le competenze tecniche, i software richiesti, le certificazione che hai ottenuto, le lingue che parli, ecc… Ed è giusto, sono fondamentali. Ma sono solo la punta dell’iceberg!

Che mi dici di tutto il resto? Che mi dici di te?

Immagina un iceberg. La parte visibile, quella che tutti vedono, sono le tue hard skill: la laurea, i corsi di formazione, i linguaggi di programmazione che conosci, la tua esperienza specifica in un determinato software. Sono competenze facilmente quantificabili e verificabili.

Ma sotto la superficie dell’acqua, c’è una massa enorme, invisibile ma cruciale: le tue competenze trasferibili e i tuoi talenti “nascosti” o dati per scontati.

Sono queste le vere fondamenta della tua unicità professionale e personale. Sono quelle qualità che ti permettono di eccellere in qualsiasi contesto, al di là del ruolo specifico che ricopri.

Per questo è fondamentale che all’interno del tuo curriculum ci sia un bilanciamento delle due. Non solo cosa sai fare ma soprattutto chi sei.

Ti faccio qualche esempio delle competenze trasferibili più richieste in questo periodo storico:

Capacità di problem-solving: non solo risolvere problemi tecnici, ma anche districare situazioni complesse, trovare soluzioni innovative dove altri vedono solo ostacoli.

Leadership: influenzare gli altri positivamente, motivare un team senza avere un titolo manageriale, prendere l’iniziativa quando serve.

Creatività: non solo in ambiti artistici, ma anche nel trovare approcci originali, pensare “fuori dagli schemi” o “out of the box” (in aziendalese), per ottimizzare processi o migliorare un servizio.

Empatia e intelligenza emotiva: comprendere le dinamiche interpersonali, gestire i conflitti, costruire relazioni solide con colleghi e clienti.

Pensiero critico: analizzare informazioni, mettere in discussione lo status quo, prendere decisioni informate.

Adattabilità: la capacità di muoversi agilmente in contesti in evoluzione, imparare rapidamente nuove metodologie.

Questi non sono “bonus”!

Sono spesso i veri differenziatori e le qualità che ti rendono un/a professionista insostituibile.

Eppure spesso li diamo per scontati, li minimizziamo o non sappiamo come comunicarli efficacemente sul mercato del lavoro o all’interno della nostra azienda.

Pensiamo: “È solo la mia natura, non è una vera competenza”. Niente di più sbagliato!

La mia esperienza mi dice che accade per questi motivi:

👉🏻 Li dai per scontati: “Lo fanno tutti, no?” In realtà, no. Quella che per te è una cosa ovvia, per altri è una superpotenza.

👉🏻 Non sai come descrivere queste competenze in modo professionale e impattante.

👉🏻 Il focus è quasi sempre sulle hard skill e ti conformi a ciò che il mercato sembra richiedere esplicitamente.

👉🏻 Ti senti a disagio a “venderti” soprattutto quando si tratta di qualità più personali.

Questa cecità verso i tuoi stessi talenti nascosti è un freno potente alla tua crescita professionale e alla tua soddisfazione.

Ti impedisce di cogliere opportunità, di negoziare posizioni migliori, e soprattutto, di trovare una carriera che sia un vero specchio di chi sei.

L’autoconsapevolezza: la bussola per una carriera appagante

Se i titoli e le hard skill sono il motore, l’autoconsapevolezza è la bussola.

Senza di essa, anche con il motore più potente, rischi di girare in tondo o di dirigerti nella direzione sbagliata.

Una profonda autoconsapevolezza è la chiave di volta per costruire una carriera non solo di successo, ma che ti nutra, ti stimoli e ti faccia sentire davvero nel posto giusto.

Ma cosa significa “profonda autoconsapevolezza” nel contesto professionale? Non è solo sapere cosa ti piace o non ti piace. È un’esplorazione molto più ricca e dettagliata di:

👉🏻 I tuoi valori fondamentali. Cosa ti guida veramente?

Quando i tuoi valori sono allineati ai valori dell’azienda o del ruolo che ricopri, la motivazione e la soddisfazione schizzano alle stelle.

👉🏻 Le tue passioni e interessi autentici. Cosa ti accende? Cosa faresti anche senza essere pagatə?

Spesso le passioni che coltivi fuori dal lavoro contengono indizi preziosi sui tuoi talenti e sulle aree professionali dove potresti eccellere.

👉🏻 I tuoi punti di forza intrinseci. Quelle cose che ti vengono naturali, che fai bene quasi senza sforzo e che ti danno energia anziché toglierla.

👉🏻 Le tue aree di miglioramento. Per capire dove puoi crescere e come mitigare eventuali “debolezze” che potrebbero ostacolare il tuo percorso è importante che tu sappia quali sono.

👉🏻 Ciò che ti da energia. Quali compiti, ambienti o dinamiche ti lasciano svuotatə e demotivatə? Evita o minimizza queste situazioni e insegui ciò che ti carica.

Quando comprendi appieno questi elementi, non stai più cercando un “lavoro” in senso generico, ma una carriera che si adatti a te, che sfrutti la tua unicità. Sai quali domande porre ai colloqui, quali ruoli cercare e, soprattutto, come presentarti in modo autentico e potente.

Ora, potresti pensare: “Tutto molto bello, ma come faccio a passare dalla teoria alla pratica? Come identifico davvero questi talenti nascosti? E una volta scoperti, come li trasformo in opportunità concrete?”

Chiedere aiuto ad un professionista più aiutarti ad accelerare il processo. L’intervento di un career coach diventa dunque non solo utile, ma spesso fondamentale perché ti consente di vedere le cose da prospettive diverse oltre che darti strumenti e strategie per raggiungere i tuoi obiettivi.

Il coach non è lì per darti la risposta giusta o per trovarti un lavoro (quello dipende sempre e solo da te!), ma per fornirti gli strumenti, la metodologia e il supporto imparziale necessari per svelare la tua unicità e costruire attivamente la carriera dei tuoi sogni.

Il primo passo è scavare a fondo per capire chi sei.

Se ti senti bloccatə, insoddisfattə o semplicemente curiosə di scoprire il potenziale inespresso che giace in te, sappi che il cambiamento è possibile e inizia da te.

Non è necessario che tu abbia già tutte le risposte. Non devi sapere esattamente dove vuoi arrivare. Devi solo essere dispostə a esplorare, a metterti in gioco e a investire nella risorsa più preziosa che hai: te stessə.

Se sei prontə a smettere di sentirti limitatə dalle etichette e a iniziare a costruire una carriera che rifletta davvero chi sei, fai il primo passo. Forza.

È il momento di andare oltre il titolo. È il momento di scoprire la tua vera forza.

Un abbraccio,

Fede

FEDERICA ROMAGNA

Career Coach, Consulente di carriera e Mental Coach certificata.
© 2022-2025
Creato con passione ❤ da Gabri

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