Ciao,
come stai? Buon inizio settimana 😃
Che mi dici leggendo questa frase:
“Sono stata chiamata per essere presa solo da una posizione quella che non mi interessava. In questo tempo mi sono interrogata parecchio sul motivo dell’esclusione, ma…”
Ti suona familiare?
In queste ultime settimane sto sostenendo alcuni colloqui di lavoro. Perché sì, anche i liberi professionisti ne fanno!
In questo caso si tratta di collaborazioni con modalità un po’ diverse da quelle di un’assunzione con un contratto presso un’azienda, ma parliamo pur sempre di colloqui!
E così mi sono messa a ripensare a quando anni fa cercavo lavoro come dipendente e mandavo decine e decine di curriculum nell’attesa che qualcuno mi chiamasse.
Che periodo maledettamente frustrante 🤦♀️!
Quando ricevevo una chiamata ero così felice che passavo le ore successive a studiare l’azienda e a prepararmi sulle possibile domande.
Perché lo sai che è importante prepararsi, vero?
E quando dico prepararsi intendo conoscere vita, morte e miracoli di quell’azienda. Intendo:
👉🏻 visitare il sito e tutte le pagine social
👉🏻 conoscerne la storia e le evoluzioni (se info disponibili)
👉🏻 scoprire come e se sono attivi sul mercato
👉🏻 leggere se c’è una voce comune tra i dipendenti e come ne parlano
👉🏻 scoprire i valori e la cultura che seguono
La preparazione è tutto.
E sai perché?
Perché quando i risultati dei nostri obiettivi non dipendono solo da noi, come in questo caso, quello che possiamo fare è dare il 100% della nostra parte.
Dobbiamo metterci nella posizione di poter dire: io ho fatto tutto quello che potevo fare.
Ho dato il massimo.
Il resto non dipende più da me.
Questo non significa de-responsabilizzarsi bensì dare il giusto peso alla tua responsabilità che è una cosa ben diversa.
E come si valuta un colloquio?
Mi capita spesso di lavorare con persone che hanno sostenuto decine di colloqui senza ottenere risultati.
O meglio, il risultato lo hanno ottenuto, solo che non lo vedono!
Cosa intendo?
Intendo dire che da un colloquio ci aspettiamo un unico risultato, ovvero quello di passare al livello successivo o di essere assunti e se non accade, sentiamo di aver fallito.
Niente di più sbagliato!
Ogni colloquio ci insegna qualcosa e ci permette, con un’analisi attenta ma non troppo giudicante, di capire come fare meglio la prossima volta.
Le dinamiche che ci sono dietro ad un colloquio possono essere varie e il fatto che tu non sia stato pres*, non significa che non fossi brav* abbastanza.
Significa solo che hanno scelto un’altra persona.
Sì lo so, può essere frustrante, soprattutto se la tua ricerca sta andando avanti da mesi.
Se è così però mi viene da chiederti:
“Sicur* che non ci sia niente che tu possa cambiare o fare di diverso”?
A volte basta:
✅ una frase detta diversamente
✅ un racconto di noi diverso
✅ un sorriso in più
✅ un atteggiamento più propositivo
✅ una comunicazione più assertiva
Ah e un’altra cosa…la trasparenza e l’onestà sono doti da coltivare e non da nascondere!
Nessuno vuole che tu menta ad un colloquio di lavoro.
Il recruiter vuole assicurarsi che tu sia la persona giusta, che l’azienda possa contare su di te nel futuro e che possa portare il contributo che serve.
E se vuoi essere tu la scelta, preparati affinché possa dimostrargli che lo sei.
Nessuno vuole un robot alla scrivania.
Anche se può sembrarti strano, le aziende sono alla ricerca di persone umane.
E l’umanità la puoi esprimere con le emozioni.
Nessuna formula dunque, sii solo te stess*, sempre.
Il mondo ha bisogno di persone oneste.
Buon inizio di settimana,
Fede
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