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Ciao,
come stai? Buon inizio settimana 😀

Quella trascorsa è stata la settimana del Festival di Sanremo e in questi giorni è stato piuttosto difficile trovare articoli, post, caroselli o immagini che non parlassero di questo evento, di quanto è successo, della classifica delle canzoni, degli ospiti che si sono susseguiti sul palco, della polemica intorno a Chiara Ferragni, Blanco, ecc.

Diciamo che ce n’era per tutti i gusti 😁. 

Il giorno successivo all’apertura del Festival ho, da qualche anno, una sorta di rituale: mi piace aprire Spotify e riascoltare (o ascoltare per la prima volta) le canzoni che sono state presentate la sera prima. 

Me le ascolto con l’orecchio curioso di chi ama la musica e vuole scoprire nuove tendenze, ma anche con l’attenzione di chi vuole cogliere i messaggi che ci sono dietro le canzoni, come i desideri di rivalsa, di espressione, di denuncia o semplicemente di emozioni.

Penso che sia questo che mi appassiona davvero della musica. 

Quanti artisti esprimono attraverso le canzoni ciò che pensano della vita, o ciò che sentono o ciò che è accaduto loro? Penso la stragrande maggioranza!

E allora mi chiedo: come fa chi non ha questo potentissimo mezzo di espressione a liberarsi da ciò che prova, da ciò che sente, da ciò che la opprime, dalle paure, dai timori, dalle emozioni?

È indubbio che parlare aiuti; è indubbio che aprirsi alleggerisca ma è altrettanto indubbio che farlo significa esporsi, raccontare qualcosa di sé che non sempre abbiamo voglia di raccontare o che magari preferiremmo non dover affrontare. 

Ma il punto è che se davvero vogliamo superare i nostri limiti, mentali o fisici, se davvero sentiamo il bisogno di portare la nostra vita personale o professionale ad un livello successivo, dobbiamo fare i conti con quello che proviamo e che ci sta accadendo.

Ti starai chiedendo dove voglio arrivare con tutto questo.

Voglio arrivare al fatto che non sempre siamo in grado di fare tutto da soli. Quando la vita esagera, per usare un’espressione di Mengoni, ci possiamo sentire sopraffatti, bloccati, impauriti e chiedere aiuto è l’unico gesto che possiamo compiere per aiutarci davvero. 

Con il mio lavoro ho il grande privilegio di ascoltare storie incredibili, persone coraggiose che hanno deciso di dire basta ad un lavoro che non amano o alla frustrazione di non sentirsi valorizzate per dire sì al desiderio di iniziare a fare qualcosa per se stesse.  

A volte ci crediamo dei Supereroi infallibili.

Beh, sappi che anche i supereroi chiedono aiuto, nel loro viaggio verso la realizzazione hanno degli alleati, persone fidate che danno loro una mano.

Non c’è nulla di male nell’ammettere di non riuscire a trovare una soluzione, a venire fuori da una situazione che ci opprime, da un lavoro che ci risucchia le energie o da una relazione che non ci soddisfa più.

Gli artisti hanno la musica e a volte non basta. Tu, ti sei chiest* chi hai?

Magari hai un amic*, i tuoi genitori, il tuo compagno o la tua compagna, un coach, uno psicoterapeuta. 

Chiunque sia, accertati che sia qualcuno che sappia ascoltarti senza giudizio, che sappia supportarti quando ne hai bisogno e che ti spinga a migliorarti ogni giorno. 

Cerca la tua musica e quando la trovi, tienitela stretta perché quello che ti darà ti renderà liber*. 


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Ci vediamo-sentiamo-leggiamo tra 14 giorni.

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FEDERICA ROMAGNA

Career Coach, Consulente di carriera e Mental Coach certificata.
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