Ciao,
come stai? Buon inizio settimana 😁
Quella trascorsa è stata una settimana piuttosto intensa e riflessiva.
Proprio per questo motivo vorrei anticiparti che questa sarà una newsletter un po’ diversa dal solito. Vorrei condividere con te i miei pensieri degli ultimi giorni. Sarà un po’ come un “parlare ad alta voce”.
Ti ringrazio sin da subito per il tempo che mi dedicherai.
Non so di cosa ti occupi nella vita (ah, se ti andasse di raccontarmelo rispondi pure a questa mail, mi farebbe molto piacere😊) e quali siano le tue preoccupazioni, se ne hai ovviamente, ma devi sapere che, nonostante ami il mio lavoro, ogni tanto me ne crea.
Io dico sempre che lavoro con e per le persone.
Con le persone perché occupandomi di coaching e formazione aziendale, incontro persone ogni giorno.
Per le persone perché il mio compito è quello di essere per loro a volte una guida, altre un docente, un supporto, e altre ancora un esempio, un modello ispirazionale.
Ogni tanto è tosto. È tosto soprattutto quando non riesco ad aiutarle.
Ho scelto di fare questo lavoro perché volevo portare un contributo al mondo, volevo essere di aiuto a chi ne avesse bisogno, a chi come la me qualche anno fa, desidera dare una svolta alla propria vita per essere e diventare felice.
Ogni giorno ce la metto tutta. Mi alzo con determinazione e con costanza porto avanti le mie attività e faccio del mio meglio per me stessa e per gli altri, perché questa è la mia mission.
Il punto è che non sempre ci riesco perché quello che noto sempre più spesso è un freno nelle persone, un freno dal voler ottenere ciò che desiderano, il tutto imbastito da una moltitudine di scuse per non farlo.
In uno dei miei recenti post ho scritto che la “scusite” non è una patologia. Lo confermo!
È un atteggiamento mentale, un comportamento che in quanto tale, se reiterato nel tempo, può diventare un’abitudine. Una brutta abitudine direi!
Le prime volte che mi capitava di ottenere un rifiuto come coach ci restavo molto male. Mi facevo mille domande, mi chiedevo se avessi detto qualcosa di sbagliato, se non fossi stata abbastanza convincente (nel senso di con-vincere, ovvero vincere insieme).
Era davvero frustrante. Ero arrivata a mettere in discussione anche la mia professionalità e il mio lavoro. Mi chiedevo se avessi fatto la scelta giusta.
In realtà quello che stavo facendo era addossarmi di una responsabilità che non era mia.
Ognuno di noi è responsabile delle proprie decisioni.
Certo, io posso sicuramente migliorare in ciò che mi compete ma la decisione di realizzarci e di essere felici non dipende da me. È stata dura digerire questo concetto ma una volta fatto, mi sono sentita sollevata.
Con questo non significa che mi voglia de-resposabilizzare quanto piuttosto responsabilizzare le persone che incontro e mi chiedono aiuto.
Non posso convincere una persona a fare qualcosa per cui non è davvero convinta così come non posso convincerla a desiderare un cambiamento se non è pronta a farlo.
Il punto è: sarà mai pronta?
La risposta è NO. Non siamo mai veramente pronti per fare qualcosa. La nostra mente e i nostri pensieri sono un detrattore ed il nostro istinto di sopravvivenza ci porta a trovare sempre la soluzione più sicura per noi.
Se stai dunque anche tu rimandando qualcosa che vorresti fare da tempo ma sei in preda alla scusite, sappi che se non decidi di spezzare quel cordone, difficilmente otterrai ciò che desideri davvero.
E se anche tu in qualche modo di senti responsabile per il successo di qualcuno, smettila di esserlo. Non dipende da te!
Personalmente continuerò a portare il mio contributo alle persone dando ogni giorno il meglio di me e ricorda che tu e solo tu sei l’unica persona che davvero può decidere per la propria felicità.
Essere felici è una scelta e spetta a te prenderla.
Grazie per aver letto fino a qui e scusami se ho approfittato della tua gentilezza per il mio sfogo, ma qui mi sento a casa ❤️
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